Cultura di Creta: Erotokritos, versi e musica tra poesia e folklore
O Ερωτόκριτος – Erotokritos: un romanzo in versi composto da Vincenzo Cornaro a Creta nel XVII secolo. Compongono il poema cavalleresco 10.012 versi di quindici sillabe in rima, in dialetto cretese. Il tema centrale è l’amore tra Erotokritos (chiamato all’interno della composizione Ρωτόκριτος o Ρώκριτος -Rotokritos o Rokritos) e Αρετούσα – Aretousa. Intorno alla loro avventurosa storia d’amore si sviluppano episodi volti ad esaltare i concetti di valore, amicizia, fedeltà, coraggio.
Oltre all’ispirazione al romanzo francese “Paris et Vienne” di Pierre de la Cypède, è evidente l’influenza su “Erotocritos” dell’opera dell’Ariosto “Orlando Furioso”. Ma l’influenza di modelli letterari occidentali si stempera nella tradizione e nella cultura della letteratura greca, dai numerosi testi in volgare ai canti popolari ai proverbi.
Erotokritos è passato da classica opera letteraria al folklore, anche grazie al fatto di essere stato scritto nel dialetto cretese e di essere stato successivamente messo in musica. Molti artisti cretesi (e greci, in generale) contemporanei sono stati ispirati o addirittura citano palesemente i versi e la storia di Erotokritos e di Aretousa nelle loro opere: nelle pitture, nelle illustrazioni, nelle canzoni, contribuendo a rendere questa storia d’amore immortale.
La trama è ambientata in un’antica Atene piuttosto di fantasia, senza precisi riferimenti storici anzi, con vari anacronismi ed elementi che riportano alla mente culture e usanze più occidentali, come il gioco della giostra tra cavalieri. Le cinque sezioni in cui è suddivisa l’opera ci narrano del re di Atene, Ηράκλης -Iràklis, e di sua moglie, che dopo molti anni di matrimonio hanno una figlia, Aretousa.
La principessa Aretousa, crescendo, si innamora del giovane Erotokritos, figlio del fedele consigliere del re, il quale fa breccia nel cuore di lei cantandole, senza farsi riconoscere, serenate notturne sotto la finestra. Scoperto dal padre di lei, Erotokritos rischia di essere arrestato, ma sfugge alle guardie del re uccidendole con l’aiuto del suo più caro amico.
Erotokritos, comprendendo che il suo amore non può avere futuro, si allontana dalla città ma durante la sua assenza, in corrispondenza della quale il re si ammala, Aretousa vede nella stanza del giovane un proprio ritratto e i versi delle canzoni che il misterioso ammiratore le dedicava, scoprendone così l’identità. Al ritorno Erotokritos capisce che la principessa è al corrente del suo amore e che lo ricambia, ma preoccupato per la propria sorte si mantiene lontano dal palazzo.
L’occasione per riavvicinarsi a corte gli è data da una “giostra”, giochi equestri indetti dal padre di Aretousa con l’intento di far divertire la figlia e farle conoscere nobili da tutto il mondo. Erokritos non solo vi partecipa, ma ne è vincitore grazie al suo coraggio e alla sua maestria di cavaliere. Ricominciati gli incontri sotto la finestra della principessa, ella spinge Erotokritos a dichiararsi al padre; il risultato non è quello sperato: il giovane viene esiliato, come punizione per la sua audacia. Ad Aretousa viene presentato il re di Bisanzio che, secondo il volere di suo padre, dovrebbe sposare. La ragazza però fa la sua promessa d’amore ad Erotokritos, prima che lui sia costretto a lasciarla. Al rifiuto di Aretousa ad accettare le nozze combinate, il re la rinchiude insieme alla fedele bambinaia.
Dopo tre anni, quando i Valacchi assediano Atene, riappare Erotokritos, trasformato e irriconoscibile, che in una dura battaglia libera la città e salva la vita del re restando ferito. Il re, per ringraziare il valoroso straniero intervenuto in suo aiuto gli offre in sposa sua figlia. L’aspetto di Erotokritos trae però in inganno anche la bella principessa, che persiste nel suo rifiuto delle nozze in onore della parola data al suo innamorato. Erotokritos, dopo molti tentativi, convince Aretousa di essere proprio lui l’oggetto del suo amore e infine viene anche sciolto l’incantesimo che lo aveva trasformato. Il re accetta il matrimonio comunque e si riconcilierà definitivamente con Erotokritos e suo padre.
Erotokritos sale così al trono di Atene, al fianco di Aretousa.
Alla fine dell’opera si trovano anche le informazioni ritenute più attendibili riguardo all’autore del poema: Βιτσέντζος Κορνάρος – Vincenzo Cornaro, nato a Sitia nel 1553 e sposato ad Iraklio, dove vivrà fino al 1617, data della morte del poeta, che fu contemporaneo di William Shakespeare. Vincenzo (traslitterato dal greco anche Vikentios o Vitsentzos) Cornaro era figlio di un aristocratico veneziano-cretese, (i Cornèr o Cornaro furono una delle famiglie patrizie più ricche e influenti della Repubblica di Venezia), fu membro fondatore della società letteraria “dell’Accademia degli Stravaganti”, attiva a Creta, ed è considerato una delle figure più significative e influenti di tutto il panorama della letteratura greca.
Il poema divenne molto popolare e diffuso nelle sue versioni manoscritte per tutto il 17° secolo, soprattutto a Creta, per l’uso del dialetto cretese nella stesura. Un monumento dedicato ad Erotokritos è collocato in una delle piazze principali di Iraklio, Πλατεία Κορνάρου – Piazza Cornaro, appunto. Nel 1713 il poema fu stampato per la prima volta a Venezia, da un cretese che aveva raccolto molti manoscritti dell’opera originale e tentò di fornirne una versione sufficientemente valida e affidabile. Manoscritti non ne restano ormai più, a parte una versione incompiuta del 1710, decorata con graziose miniature ma meno fedele all’originale della versione stampata.
La versione in musica di Erotokritos, orchestrata da Christodoulos Halaris, è interpretata dalle voci di Nikos Xilouris e Tanya Tsanaklidou. Su YouTube è possibile ascoltare tutti i brani di questa versione di Erotokritos, unica e irripetibile. Le sonorità e le atmosfere che evocano sono quelle tipiche della musica cretese, non potrete non innamorarvi.