Natale e Capodanno a Creta con i canti natalizi tradizionali
Tradizionalmente, il periodo natalizio per la Grecia e quindi per Creta, ha una durata limitata a 12 giorni, esattamente dal 25 dicembre al 6 gennaio. Molte sono le tradizioni ad esso associate: le radici di alcune si perdono nella notte dei tempi, come i canti tradizionali detti Κάλαντα – kalanta (kàlanda), il taglio della βασιλόπιτα (vassilòpita) il primo giorno dell’anno, il lancio del crocifisso nelle acque del mare il 6 gennaio, ma non mancano ormai altre usanze più recenti, come il decorare l’albero di Natale o presentare il tacchino ripieno sulla tavola del pranzo natalizio, che comunque continua a riunire la famiglia la mattina del 25 dicembre, dopo la messa.
Certo, una volta era il maiale a troneggiare sulla tavola natalizia: ogni famiglia ne allevava uno, che veniva macellato la vigilia di Natale. Se ne ricavavano, oltre ai pezzi per l’arrosto del pranzo del 25 dicembre: la tradizionale salsiccia (λουκάνικο – lukàniko) speziata e marinata nell’aceto, i pezzi di carne magra affumicata (απάκι – apàki), la gelatina che contiene i pezzi di carne ricavati dalla testa del maiale (πηχτή o τσιλαδιά), una riserva di carne conservata sotto lo strutto (σύγλινα – sìglina), salsicce agrodolci con riso, uvetta e fegatelli (ομαθιές – omathiès) e pezzetti di grasso di maiale speziato e fritto (τσιγαρίδες – tsigarìdes) che venivano mangiati nelle pause durante la raccolta delle olive, eseguita proprio in questo periodo. Queste preparazioni tipiche natalizie si trovano ancora oggi nella gastronomia cretese ma allora ricevevano un altro apprezzamento! In pratica, il maiale macellato per Natale era la principale fonte di carne per diverse settimane e non bisogna dimenticare che il suo consumo era equilibrato dalla dieta estremamente povera di carne del resto dell’anno, nel rispetto della famosa dieta cretese (identificabile con i fondamenti della dieta mediterranea), che dà ai Cretesi longevità e salute.
Come anche in Italia, del maiale non andava buttato via nulla. Persino la vescica veniva pulita, lavata e gonfiata, divenendo una palla; regalo prezioso con cui giocavano i bambini!
Parte di questo non esiste più o, se esiste, la sua importanza è come diluita nelle abitudini dei tempi moderni: in sostanza, anche a Creta, il Natale e le relative cerimonie e usanze non sono più quelle che erano nella prima metà del secolo scorso. Anche sull’isola, con gli anni, è dilagata la cultura globale e si sono diffuse le tradizioni dell’Europa occidentale, così oggi il Natale anche a Creta ha un aspetto più “patinato”, grazie alle vetrine addobbate con un mese di anticipo o più e le strade e le piazze di città e paesini che ospitano i mercatini di Natale, illuminate dalle decorazioni di lampadine colorate. Inoltre, molti turisti approfittano delle festività natalizie, le date del Natale cattolico e ortodosso greco coincidono, per un viaggio: scegliendo Creta come meta delle loro vacanze invernali possono godere delle immagini ancora genuine ma al contempo rischiano di distorcerle con la stessa loro presenza.
Per fortuna, malgrado la sovrapposizione di molte nuove usanze e costumi europei a quelli dell’isola, gran parte delle tradizioni secolari sono rimaste ancora intatte, soprattutto nei piccoli paesi, così il Natale a Creta conserva una sua specificità. Ad esempio, il giorno di Natale è anche il giorno in cui si celebra il nome Emmanuil, abbreviato familiarmente in Manolis o Manos, e il suo corrispettivo femminile, Emanuela. Essendo un nome notevolmente diffuso a Creta, saranno molte le case che in occasione del Natale apriranno le porte per ricevere in visita parenti, amici e conoscenti giunti per gli auguri di buon onomastico, una ricorrenza sentita a Creta più del compleanno.
In generale, a fare la differenza, è il legame con le origini che contraddistingue la gente di Creta, e anche il fatto che la fede e la pratica religiosa continuano ad essere vissute in modo intenso. Pur mancando a Creta la suggestiva messa della notte di Natale, che tanto commuove nel nord Europa, i cretesi credenti rispettano il grande evento che è la nascita di Gesù osservando per i 40 giorni prima di Natale l’astinenza dai prodotti di origine animale: carne, latte, uova. Sarà solo nel giorno di Natale, con la fine del digiuno, che si potranno gustare le prelibatezze che le massaie hanno preparato nei giorni precedenti e che riempiono dei loro odori invitanti le case cretesi.
Un elemento della tradizione greca del Natale che sopravvive dall’antichità e rende unica l’atmosfera delle feste a Creta, sono i canti denominati “Κάλαντα”. Κάλαντα, si pronuncia kàlanda, ed è il nome greco dei canti tradizionalmente eseguiti casa per casa nella vigilia di Natale, di Capodanno (giorno in cui si festeggia Άγιος Βασίλειος – San Basilio, portatore di doni e saggezza), e dell’Epifania.
Questi speciali canti di Natale hanno origine in epoca bizantina, la parola “Κάλαντα” ha assonanza con le “calende” del calendario romano, inoltre la loro origine è testimoniata dal fatto che i canti siano stati trascritti senza difficoltà in καθαρεύουσα (katarèvousa), una forma modernizzata di greco antico creata agli inizi del XIX secolo per contrapporsi al greco parlato dalla popolazione, non più ufficiale dal 1976. A distanza di secoli, questa tradizione che riporta alla mente addirittura il canto delle “Iresioni” attribuito ad Omero, è ancora viva in tutta la Grecia e di queste canzoni di Natale esistono varianti regionali e locali che le rendono uniche. Se nelle grandi città la tradizione trova ostacoli pratici, nei piccoli centri e nelle isole, come a Creta, ancora oggi i bambini -e non solo- continuano a girare di casa in casa a coppie o in gruppi, cantando kalanta anche in dialetto e suonando gli strumenti musicali tipici della loro zona.
Bussano alla porta e chiedono: «Να τα πούμε;» (li cantiamo?). Se la risposta è positiva… e come potrebbe non esserlo? per qualche minuto voci e musica allieteranno l’atmosfera. Al termine dell’esecuzione, talvolta accelerata dall’impazienza del padrone di casa che durante la giornata finirà per ascoltare kalanta decine e decine di volte, questi è pronto a ricompensare i cantanti con una certa quantità di denaro; naturalmente in passato la ricompensa era più modesta e venivano offerti principalmente μελομακάρονα e κουραμπιέδες, (melomakàrona e kurampièdes sono i biscotti tipici natalizi), frutta e frutta secca, ma anche olio. Allora, ancora i bambini tenevano in mano rami di ulivo selvatico decorati con nastri rossi e bianchi o una barchetta in miniatura, simbolo natalizio che a Creta, e ancor più in altre isole greche, fa le veci dell’albero di Natale di origini nordiche. Le parole dei Kalanta, canti tradizionali del Natale e delle feste vicine, iniziano con una sorta di saluto alla casa e al padrone di casa, poi annunciano l’arrivo della festa, per concludersi con gli auguri e le benedizioni. Ad accompagnare le voci non può mancare il triangolo con il suo suono argentino, ma anche altri strumenti musicali. In particolare a Creta, più che il flauto o la fisarmonica, sarà facile ascoltare il suono degli strumenti musicali tipici dell’isola: liuto, mandolino, lira e cornamuse cretesi.
Se non siete così fortunati da poter organizzare una vacanza a Creta a Natale, una vacanza a Creta fuori stagione che potrebbe essere l’occasione per assistere dal vivo all’esecuzione di questi canti tradizionali, su YouTube esistono numerosi video che vi permetteranno di assaporare un pizzico dell’atmosfera natalizia cretese anche a distanza. La fantasia vola, sulle note ipnotiche della canzone cretese di Natale e sul canto tradizionale di Capodanno, fino all’isola di Creta.