Spinalonga, la meravigliosa isola dei lebbrosi
Spinalonga è la piccola isola fortificata che si trova all’ingresso della laguna di Elounda, a nord del Golfo di Mirabello. Ha una superficie di 8,5 ettari e la sua altezza massima sul mare è di 53 metri. La storia dell’isola ispira ancora soggezione. Roccaforte della città di Olous durante il periodo ellenistico e l’epoca minoica, (Olous era l’antica Elounda, minacciata dai pirati arabi e quindi abbandonata dagli abitanti nell’VIII secolo, e i cui resti si trovano sotto la striscia di terra che collega Elounda con la penisola di Kolokytha), Spinalonga fu fortezza veneziana, città fortificata, rifugio di ribelli, luogo di esilio per lebbrosi, punto strategico di collegamento con Il Cairo tra il 1941 e il 1944, quando la Grecia era nelle mani di Italia e Germania. Ma il fascino e la bellezza particolari che la contraddistinguono ancora ai giorni nostri sono le imponenti fortificazioni dei tempi della Repubblica di Venezia, quando l’isola di Spinalonga rivestiva grande importanza militare per i Veneziani. Proprio i Veneziani la chiamarono Spinalonga dalle parole veneziane Spina-Longa, (lunga spina), mentre il suo nome originale era Kalidon (Καλυδών – Calidòn).
La fortificazione di Spinalonga iniziò nel 1574, quando i turchi invasero Cipro e i Veneziani decisero di proteggere la laguna di Elounda e le sue saline, ricca fonte di sostentamento per la Repubblica di Venezia, dalle mire espansionistiche dei Turchi nel Mediterraneo Occidentale. La nuova fortezza, progettata da Genesio Bressani e Latino Orsini, sorse sopra le rovine dell’antica fortezza di Olous; la prima fase di costruzione durò dal 1579 al 1586, ma modifiche continuarono ad essere apportate prima e durante la Guerra di Candia (1645-1669), periodo in cui vennero costruiti anche i templi di San Panteleimon e San Giorgio. La fortezza aveva una doppia linea di mura e torri, e prevedeva la collocazione di 35 cannoni.
Durante la Guerra di Candia rifugiati e ribelli (χαΐνηδες – chaìnides) utilizzarono l’isola come rifugio e ne fecero una base d’appoggio per disturbare i turchi. Vi rimasero poi fino a quando i Veneziani mantennero il possesso della fortezza. Anche dopo la caduta di Heraklion nel 1669, infatti, Spinalonga rimase sotto il controllo di Venezia come anche le fortezze di Imeri Gramvousa e di Souda, nella speranza per i Veneziani che in futuro sarebbero tornati a dominare l’isola di Creta. Nel 1715 però, i Turchi vennero a patti con i Veneziani e occuparono Spinalonga. Durante i primi anni di occupazione ottomana, la fortezza fu utilizzata come luogo di esilio e di isolamento. Più tardi, vi si stabilì un insediamento puramente ottomano di famiglie a cui l’isola forniva sicurezza assoluta. Dopo la metà dell’ottocento il porto di Spinalonga ottenne il permesso di esportare e vide aumentare importanza e numero di abitanti, perlopiù marinai e mercanti. Si stima che nel 1834 80 famiglie vivessero nella fortezza di Spinalonga, mentre nel 1881 questo numero salì a 227. Ancora oggi si possono ammirare gli edifici del periodo in cui Spinalonga fu una città fortificata, come le case a due piani con gli alti muri che circondano i cortili e i negozi con grandi porte e ampie finestre. La tranquillità di questo insediamento venne interrotta bruscamente a causa dei cambiamenti politici che ebbero luogo a Creta durante gli ultimi anni del XIX secolo. Nel 1897, le forze militari francesi si installarono sull’isola per circa un anno.
In seguito, l’incertezza per la propria sorte data dall’azione rivoluzionaria dei cristiani, portò gli ottomani di Creta, e anche quelli residenti a Spinalonga, ad abbandonare l’isola. Nel 1903 tutti i turchi avevano abbandonato Spinalonga e le autorità cretesi decisero di raccogliere proprio nella fortezza ormai deserta tutti i lebbrosi che vivevano negli insediamenti vicini alle principali città di Creta. Fu così, che l’isola di Spinalonga divenne una colonia per i cretesi malati di lebbra e successivamente per tutti gli affetti dal morbo di Hansen in tutta la Grecia. Inizialmente la vita dei lebbrosi di Spinalonga fu triste e dolorosa. Spinalonga era una sorta di baraccopoli degradata; l’anticamera del cimitero e annesso cimitero per i lebbrosi, senza alcuna organizzazione, senza farmaci per i malati, senza speranza. In seguito le condizioni migliorarono e venne istituito sull’isola un ospedale degno di essere chiamato tale, con un responsabile, un medico, infermieri, custodi, addetti alle pulizie, una segreteria amministrativa e un sacerdote. I lebbrosi risiedevano nelle case che erano state della comunità turca e in altri edifici più moderni, costruiti negli anni ’30. Nel 1939 venne anche abbattuta una parte delle mura veneziane, per creare la strada perimetrale che circonda l’isolotto. Nel frattempo, sulla costa antistante l’isola, sorgeva l’attuale villaggio di Plaka, che aveva la funzione di servire il lebbrosario. Durante l’occupazione italo-tedesca, gli occupanti non ebbero il coraggio di liberare i lebbrosi, ma furono obbligati a prendersi cura di loro, dal momento che avevano ordinato l’evacuazione del villaggio di Plaka.
Nel 1957, con la scoperta di antibiotici e la guarigione dei lebbrosi, il lebbrosario venne chiuso e l’isola restò deserta. L’ultimo abitante, un sacerdote, lasciò l’isola nel 1962, dopo aver onorato la tradizione ortodossa di commemorare le ricorrenze dei 40 giorni, 6 mesi, 1, 3 e 5 anni dopo la sepoltura dell’ultimo lebbroso.
L’isola di Spinalonga rimase deserta e abbandonata, fino a che la curiosità e l’interesse turistico risvegliarono anche l’interesse delle autorità locali, e dagli ’70 in poi si è cominciato a ristrutturare i vecchi edifici e le fortificazioni veneziane, salvando anche l’ospedale.
Oggi la fortezza e la città fortificata di Spinalonga sono considerate una delle più importanti testimonianze di roccaforti rimaste nel Mediterraneo. Arrivare a Spinalonga è quanto mai facile, nei mesi estivi sono attivi servizi di traghetti con corse giornaliere piuttosto frequenti, tanto che attualmente oltre 300.000 turisti, ogni anno, visitano questa incantevole isola in barca, partendo da Agios Nikolaos e da Elounda, nonché da Plaka, che si trova a soli 800 metri di distanza. Queste cifre collocano l’isola nei primi cinque più visitati siti bizantini e post-bizantini della Grecia. Per quanto riguarda gli amanti della spiaggia Spinalonga non offre il meglio che si possa trovare a Creta, malgrado sia circondata da un mare meraviglioso. Una piccola spiaggia dalle acque cristalline e le calette difficili da raggiungere non bastano per il grande afflusso di turisti che visitano l’isola, inoltre molti tour operator prevedono una tappa sulla più conosciuta piccola spiaggia di Spinalonga per un tuffo rinfrescante che rischia di non poter essere goduto appieno a causa della folla! Consigliamo, per il bagno in mare, il ritorno ad Elounda.
Oltre alla storia, qualche curiosità sull’isola di Spinalonga.
Spinalonga è stata ispiratrice di un’opera della scrittrice Victoria Hislop: l’avvincente romanzo del 2005 “The Island”, in italiano “L’isola”, ha dominato per 24 settimane nella top 10 britannica dei libri più venduti ed è stato tradotto in più di 15 lingue, facendo conoscere Spinalonga e la sua storia in tutto il mondo. Si intitola Letzte Worte – Ultime parole, il cortometraggio-documentario del regista bavarese Werner Herzog, girato nel 1967 sull’isola di Spinalonga. Il cortometraggio è stato girato durante la lavorazione di “Segni di vita”, il primo lungometraggio del regista. In Letzte Worte, autentici cretesi si alternano sullo schermo ripetendo la storia del vecchio suonatore di lira cretese che per anni si è rifiutato di lasciare l’isola di Spinalonga, della quale era rimasto l’unico abitante. Portato via con la forza dall’isola dei lebbrosi, l’anziano si rifiuta di parlare ed esce in paese tra la gente solo di notte, suonando il suo strumento.
Ancora un film ispirato a Spinalonga, quello della regista greca Lila S. Kourkoulakou; girato nel 1958, rappresenta la prima partecipazione ufficiale della Grecia al Festival del Cinema di Venezia dello stesso anno, ed è il primo caso di un film girato da una donna che venisse presentato ad un festival internazionale. Parte del film drammatico-documentario dal titolo Το νησί της σιωπής, (l’isola del silenzio) è stato girato proprio a Spinalonga, mentre era ancora parzialmente attivo il lebbrosario. Sull’isola è stato girato anche un film giallo, nel 1964, prodotto dalla Walt Disney Pictures e in cui compare anche la celebre attrice greca Irene Papas, dal titolo “The Moon Spinners”, conosciuto in Italia con il titolo “Giallo a Creta”.
Negli ultimi anni vi è uno sforzo da parte delle autorità locali per far inserire Spinalonga tra i siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.